lunedì 14 ottobre 2019

SULLE API

Al di là dell’elaborazione del miele, l’attività delle api --- gli esseri più importanti per la sopravvivenza dell'uomo! --- è legata primariamente al trasporto del polline, di cui si impregnano le loro zampette nel succhiare il nettare dai fiori, favorendo così la fecondazione e la formazione di frutti e degli stessi fiori: un lavoro insostituibile, che garantirebbe o avrebbe garantito, se l'uomo non ne avesse gravemente compromesso la sopravvivenza, la produzione di almeno un terzo dei prodotti che l’uomo stesso e le altre specie consumano quotidianamente.

Infatti, l'uso cosmico di pesticidi, fertilizzanti chimici e fitormoni ---- padroneggiato e propagandato da perfide multinazionali, soprattutto quelle legate ad industrie chimiche, a loro volta succedanee di quelle del petrolio ---- ha inquinato le terre e le acque di tutti i mari, laghi e fiumi, sconvolgendo così il ciclo delle stesse acque e quindi dell'atmosfera, con i gravi fenomeni climatici di cui ci avvisano quotidianamente, ma, soprattutto, ha messo a tappeto molte delle 20.000 specie di api prima presenti sul pianeta.

Esse impollinano una gran parte delle colture con cui si sfamano gli abitanti della Terra: il 60% della produzione di frutta e verdura, così come circa 25.000 specie di piante da fiore, dipendono infatti dalla loro presenza.

Ma al giorno d'oggi, a causa dei motivi suddetti ---- industrie del petrolio e chimiche ----, si assiste nel mondo ad una moria come generalizzata di esse, con l'aggravante del problema delle api assassine o africanizzate, pericolosi ibridi creati in laboratorio intorno agli anni '70, che hanno invaso i tre continenti con relativi gravissimi danni per l'ecosistema, e per la stessa produzione di miele.

Tutto questo si è tradotto in carestie ed in una diminuzione della diversità del cibo, quindi di sani alimenti, causando peraltro ingenti danni economici a milioni di agricoltori.

Ma l'uomo è testardo! Ancora oggi non si chiudono raffinerie e pozzi di petrolio -- che inquina mari cieli e terre, e di cui ne servirebbe ben poco, data l'ampia disponibilità del più innocente gas --, e della quasi totalità delle  industrie chimiche collegate all'oro nero.

I padroni del vapore dovrebbero pensare al contrario ad immediate estese coltivazioni di canapa, dai mille usi, e di alberi e piante da frutta, più che di fiori, se non di campo, e poi saponifere, per rimediare alla bell'e meglio i danni realizzati nelle acque e sulle terre, nonché nei cieli, che non forniscono risposta.

Nessun commento:

Posta un commento